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Spatafora, il maresciallo con la Ferrari

Armando Spatafora

Caro amico lettore, come ho già accennato in un altro articolo (quello su Nino Vaccarella), una delle mie più grandi passioni è legata all’ambiente dei motori.

Il fatto singolare che ti sto per raccontare, nonostante abbia dell’incredibile, è realmente accaduto a Roma negli anni ‘60 e ha come protagonisti una Ferrari 250 GTE 2+2 nera ed uno dei suoi conducenti, il giovane brigadiere della squadra mobile, Armando Spatafora.

Armando Spatafora, La lince

Armando Spatafora è nato a Siracusa il 9 Marzo 1927 e, dopo aver prestato servizio presso l’Aeronautica Militare, negli anni ‘50 divenne uno dei migliori agenti della Questura di Roma, soprannominato La lince dalla criminalità organizzata.

In quegli anni, la Polizia disponeva di Alfa Romeo 1900 Super, che spesso risultavano inadeguate ai folli inseguimenti notturni per la Città Eterna. I criminali, infatti, erano soliti utilizzare auto di grossa cilindrata, come Maserati (spesso rubate a qualche malcapitato).

A questo punto la situazione sembrava essere critica. Criminali sempre più forti e poliziotti sempre più deboli nonostante gli sforzi immani.

L’incredibile richiesta

Il prefetto di allora, nonché capo della Polizia, Angelo Vicari (anche lui Siciliano), cercò di fare qualcosa per risolvere la questione. Decise, quindi, di incontrare gli uomini delle Polizia per avere un confronto faccia a faccia. Dopo aver ascoltato i loro vari bisogni, un giovane brigadiere suggerì al prefetto che forse l’ideale sarebbe stato possedere una Ferrari.

Inutile dire che ad una richiesta così assurda, nella stanza calò il gelo più assoluto. Ma Vicari, sorprendendo ulteriormente tutti i presenti, acconsentì alla richiesta. Fu così che la squadra mobile di Roma ebbe, nel giro di pochi mesi, una Ferrari 250 GTE 2+2 nera, con tanto di lampeggianti, sirena e l’immancabile pantera (logo della squadra volante della Polizia di Stato) sulla fiancata anteriore.

Ferrari 250 GTE
Ferrari 250 GTE

Un’auto del genere disponeva di 240 cv e poteva raggiungere velocità superiori ai 250 km/h. Era quindi necessario che i fortunati uomini della Polizia a cui era destinata la pantera della Ferrari sostenessero un corso di guida a Maranello. Fu così che partirono alla volta di Maranello, a bordo della Fiat 500 del brigadiere Spatafora, affrontando un viaggio di oltre 6 ore.

Le storie su Spatafora

Da lì in poi le storie (verità o leggende?) si susseguono una dietro l’altra. Una di queste vede coinvolti l’Ingegner Ferrari. Egli, rimasto stupito dalle doti del brigadiere durante alcuni test a Maranello, gli propose di guidare per la sua squadra. Il brigadiere, però, declinò l’offerta sostenendo che fare il pilota fosse un lavoro molto pericoloso.

Si racconta anche i malviventi lo cercavano durante la notte per poterlo sfidare lungo le strade di Roma.

Il brigadiere e il marsigliese

Tuttavia, una delle storie più affascinanti resta un rocambolesco inseguimento da parte di Spatafora ai danni di un marsigliese. Questi, per sfuggire al brigadiere, si lanciò con la sua auto dalla scalinata di Trinità dei Monti, convinto che il brigadiere non avrebbe avuto il coraggio di fare lo stesso. Si sbagliava e, dovendosi fermare per aver danneggiato la sua auto, venne arrestato.

Il brigadiere Spatafora andò in pensione con il grado di maresciallo e della sua Ferrari per anni si persero le tracce. Fu ritrovata nel garage di un collezionista privato, che l’aveva acquistata ad un’asta di mezzi militari in disuso. Oggi è tornata a far parte della collezione dei mezzi della Polizia di Stato.

Il maresciallo Spatafora si è spento il 26 febbraio del 1987.

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