Sono un ragazzo che ha molti interessi, ma una delle mie più grandi passioni, che per anni è stata quasi un’ ossessione, è quella legata al mondo delle auto da corsa. Per questo motivo voglio parlarti di Nino Vaccarella.
L’Italia, si sa, è la terra dei motori per eccellenza, ed in particolar modo l’Emilia-Romagna, la cosiddetta Motor Valley, nota in tutto il mondo per aver dato i natali ad alcune delle più prestigiose case automobilistiche, una tra tutte la Ferrari.
Così come l’Emilia Romagna rappresenta il fulcro dell’automobilismo sportivo mondiale, la mia amata terra, la Sicilia, ha sicuramente una storia motoristica altrettanto importante.
Sicilia, terra di competizioni automobilistiche
In pochi sanno che una delle più antiche e importanti competizioni automobilistiche al mondo è la Targa Florio, creata da Vincenzo Florio, esponente di una ricca famiglia palermitana. Pensa che la prima edizione risale al 1906.
La corsa si svolgeva fra le strette e tortuose strade che si snodavano tra le Madonie. Lo scenario era sicuramente bellissimo da un punto di vista naturalistico, ma per i piloti era un percorso pericoloso e snervante. La vittoria di questa gara, infatti, veniva definita un’impresa titanica e solo alcuni grandi nomi, tra i più grandi dell’automobilismo di tutti i tempi, sono riusciti a conquistarla.
Nino Vaccarella

Tra tutti i grandi piloti che hanno vinto alla Targa Florio spicca il nome di un pilota siciliano, quello di Nino Vaccarella. Vaccarella, nato a Palermo nel 1933, è considerato uno dei piloti italiani stradisti più forti della storia dell’automobilismo sportivo. Amatissimo dal pubblico siciliano, vinse tre edizioni della Targa Florio: nel 1965 su Ferrari, nel 1971 e 1975 su Alfa Romeo.
Sin da giovanissimo, appena laureatosi in Giurisprudenza, inizia a disputare alcune gare in salita sul territorio nazionale per poi diventare un pilota ufficiale della scuderia Ferrari. Ebbene sì, proprio l’Ingegner Enzo Ferrari, che aveva occhio per i grandi talenti dell’epoca, notò il giovane siciliano e gli affidò le sue prestigiose auto. Durante gli anni trascorsi in Ferrari, disputò e vinse alcune tra le più importanti competizioni automobilistiche al mondo, tra cui la 12 ore di Sebring e la 1000 km Nürburgring, che vinse in coppia con Scarfiotti.
Negli anni 60 lo vediamo anche cimentarsi in quattro Gran Premi di Formula 1, senza però ottenere risultati di rilievo. Correrà, inoltre, con altre importanti case automobilistiche, come Alfa Romeo, De Tommaso, Lotus e Porsche.
La consacrazione e il dovere del Preside
Nel 1964 arriva la consacrazione mondiale con la vittoria assoluta alla 24 ore di Le Mans del 1964 su Ferrari 275 P, in coppia col pilota francese Jean Guichet. Questa corsa è considerata da Vaccarella una delle sue preferite e proprio a questa vittoria è legato un aneddoto molto particolare. Nino Vaccarella non era solo un pilota di talento, ma conciliava il suo lavoro in pista con quello di Preside nella scuola privata di famiglia, l’istituto Oriani. Dopo aver vinto la 24 ore di Le Mans dovette rinunciare ai festeggiamenti, poiché doveva tornare subito in Sicilia, dato che l’indomani mattina avrebbe dovuto trovarsi sul posto di lavoro.
Sempre nello stesso anno vinse il mondiale sport-prototipi con la Ferrari.
Che dire, piloti d’altri tempi, di quelli che non vedremo mai più sui circuiti odierni. Il nostro Nino Vaccarella sfidava la morte, si esaltava ed assaporava la gloria sui tetti del mondo. L’indomani tornava sui banchi di scuola come un comune mortale.
Ti lascio con una sua intervista pubblicata da MOTORCULT.TV e ti anticipo che scriverò altri articoli legati al mondo dei motori. Per il momento, buona visione!
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