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I cuddureddi cini, dolci di Natale

I cuddureddi cini

Così come per i nacatuli nelle Isole Eolie, i cuddureddi cini sono quei dolci che non possono assolutamente mancare sulle tavole di noi Pachinesi nel periodo natalizio.

Il loro nome si deve alla cuddura, termine che deriva dal greco e che significa “corona”. E infatti la cuddura è una ciambella intrecciata che esiste sia in versione dolce che salata.

Secondo la leggenda, la forma a ciambella è nata per andare incontro alle esigenze di viandanti e pastori, che potevano infilarla nel braccio o nel bastone e portarla con sé durante i loro viaggi. Si dice che furono le castellane che vivevano nelle fortezze medievali durante i Vespri Siciliani del 1282 ad inventare la forma a corona. Tuttavia, esiste un’altra teoria, secondo cui le cuddure derivano da un tipico pane romano a forma di ciambella, appunto. Mi riferisco al buccellatum.

Qual è il ripieno dei cuddureddi cini?

In verità, in base al luogo di produzione, i cuddureddi possono avere nomi, forme e ingredienti diversi. Nella mia famiglia, ad esempio, preferiamo la forma a bastoncino oppure quella ad S, non quella a ciambella, ma solo per questioni di praticità. Preparare i cuddureddi, infatti, richiede tempo e, soprattutto, molta pazienza. Solo una volta mi sono cimentata nella loro preparazione e lavorare la pasta del biscotto per poi richiuderla su se stessa con le mani appiccicose a causa dell’impasto per il ripieno non è un’operazione semplice. Se aggiungi il fatto che mia mamma, quella volta, decise di  cuocerne in quantità industriali per poterli condividere con amici e parenti, allora capisci tu stesso che preparare i cuddureddi richiede davvero moooooolta pazienza. Questo è il motivo per cui, ogni anno, aspettiamo con impazienza i cuddureddi della zia Cettina. Grazie zietta ❤️ 

Ti ho detto che il ripieno è appiccicoso. Sì, perché gli ingredienti che usiamo sono la mustata (o mostarda siciliana a base di mosto d’uva), il vino cotto, la marmellata di mele cotogne e quella di arance, noci, mandorle, nocciole e miele, ma qualcuno aggiunge anche cioccolato, fichi secchi e cannella. Insomma, chi più ne ha più ne metta!

C’è, comunque, una cosa che accomuna tutti i cuddureddi della Sicilia: la rigatura dell’involucro esterno.

A ciambella o a bastoncini, decorati con zucchero a velo o con zuccherini colorati, i cuddureddi cini riescono a conquistare tutti i palati. Ci sono già riusciti con il tuo? Se non li hai ancora assaggiati, ti consiglio di accompagnarli con dello Zibibbo o del vin santo  🍷 . Se non ti piacciono le bevande alcoliche, puoi sempre scegliere il tè. Naturalmente puoi gustarli anche senza alcun accompagnamento. Ti assicuro che i cuddureddi cini sono come le ciliegie. Uno tira l’altro! E si conservano bene per tantissimi giorni.

Ciao!

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